Ricamatrici e maniscalchi dell'era digitale

Nuove professioni - Ricamatrici e maniscalchi dell'era digitale

Ogni epoca è caratterizzata da un certo tipo di professioni utili a soddisfare le esigenze del momento. Al mutare dello scenario e dei bisogni si è sempre assistito anche ad una trasformazione dei mestieri e del modo di lavorare: a volte si tratta solo di continuare a fare le stesse attività con strumenti (o tecnologie) diversi; altre volte invece il cambiamento è così “disruptive” da far tramontare certe professioni, o quanto meno da rendere necessaria una loro ricostruzione per riallineare il lavoro alle nuove esigenze di mercato.

Negli ultimi anni il mercato del lavoro è profondamente cambiato, una trasformazione cominciata dapprima lentamente e giunta oggi ad un punto cruciale: fenomeni come la digital transformation e la crisi pandemica hanno dato una forte accelerata al cambiamento in molti ambiti, stravolgendo equilibri e abitudini ormai consolidate da decenni. Nel mondo del lavoro in particolare, trend che prima ci si limitava a intravedere senza mai davvero arrivare ad affrontare sono diventati improvvisamente l’ordine del giorno: basti pensare al lavoro da remoto, un’opportunità già a portata di mano delle aziende prima della pandemia ma mai davvero sperimentata, che solo con l’emergenza covid è diventata centrale e si è affermata come modello da affiancare al lavoro in presenza, entrando a far parte della normalità e delle nostre abitudini.

Ma le sfide maggiori per il mondo del lavoro oggi riguardano soprattutto un ambito, quello delle competenze: il mismatch da colmare tra formazione e reali esigenze delle imprese, la sensibilità nei confronti dell’ambiente che impone di ripensare la produzione tenendo conto di sostenibilità ed economia circolare, la digital transformation che impone alle aziende di aggiornare le competenze digitali delle proprie persone (ad ogni livello aziendale) per renderle in grado di sfruttare al meglio i nuovi strumenti tecnologici a disposizione. Il tema centrale è dunque quello del riallineamento delle competenze, ma non solo: serve formare figure professionali nuove, mettere in atto una vera e propria ricostruzione delle professioni secondo quelle che sono le nuove esigenze del mercato, ruoli destinati ad affermarsi e a diventare i mestieri di domani.

Chi saranno dunque le ricamatrici e i maniscalchi dell’era digitale? Già nel 2020 il World Economic Forum aveva individuato tutta una serie di figure destinate a diventare sempre più rilevanti: dal business developer al digital transformation specialist, dal cybersecurity analyst al software developer, dall’informatico ambientale al responsabile acquisti sostenibili, le “nuove professioni” o forse sarebbe più corretto chiamarle “professioni ricostruite” sulla base delle esigenze dei tempi che cambiano, si caratterizzano per essere professioni ibride che richiedono una nuova organizzazione del lavoro, superando il modello “fordista”: al posto della segmentazione delle mansioni lavorative emerge in questo nuovo paradigma il collegamento tra queste, con professioni che viaggiano vicine e si rapportano tra loro contaminando le conoscenze.

Un tema quanto mai attuale oggi, in epoca di Great Resignation: può essere interessante avviare una riflessione più approfondita sui reali connotati di questo fenomeno, una riflessione che arrivi a considerare anche le implicazioni che possono riguardare competenze e nuove professioni.

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